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Terri Schiavo, per non dimenticare

Terri Schindler Schiavo è stata uccisa, Terri Schiavo è appena morta, per fame e per sete, lo strazio delle centinaia di famiglie sarde e il dolore condiviso con gli Schindler non ci impedisce di denunciare.

Immagine rappresentativa per: Terri Schiavo, per non dimenticare

Ecco… il disegno nazista (mascherato con la modernità) si è realizzato, oggi come nel 1938, con il progetto T4 sentiamo tante dichiarazioni retoriche molti mass-media che non sanno quello che dicono.
Dicono “la maggioranza degli americani…” …dicono "è morta perchè son state staccate le macchine"...

Ma quali macchine…Era il suo biberon… quando si staccano le macchine (come spesso è giusto fare, siamo tutti contro l’accanimento terapeutico) si muore in poche ore... non in 14 giorni...morta di fame e sete, non altro,!

Neanche con gli animali…

La legge pilatesca del Presidente Bush non ha avuto effetto …ma in Iraq però è intervenuto, in barba alla legge e al diritto internazionale… d’accordo la maggioranza degli americani…
e gli americani continuano a morire per mancanza di assistenza sanitaria gli Schindler non sono riusciti a farlo intervenire, Bush e Terri è morta, per fame come nei regimi nazisti.

Mai più la morte di una persona solo perchè gravemente disabile.

Perché i non-disabili dicono “…non vale la pena di essere vissuta…poverini…”
Non importiamo il barbaro metodo americano, mai!

Adesso riflettiamo, ma la battaglia è appena iniziata. Insieme a Bob e Mary

Insieme a Terri

Fare fuori la diversità, di Marco Espa, Genitore, Presidente ABC associazione bambini cerebrolesi Sardegna

La vicenda di Terri Schiavo, apparentemente così lontana, ci riguarda molto da vicino. L’unione Sarda ha pubblicato (25 marzo) l’intervista con il padre di Cristina che ha ben fatto capire la posizione delle centinaia di famiglie sarde che hanno una Terri Schiavo in casa. L’eutanasia non c’entra niente, come l’ex ministro della Sanità Umberto Veronesi ha ben affermato.Non c’entra niente neanche la religione.Terri non è in coma. E’ solo una persona profondamente cerebrolesa.Siamo noi per primi contro l’accanimento terapeutico, ma non è questo il caso. Si fa morire di fame in maniera atroce una persona con grave e profonda disabilità, in quanto a priori qualcuno ritiene che la vita di un disabile grave non vale la pena di essere vissuta.
Neanche un animale si tratta così.Terri Schiavo si alimentava ad orari regolari, come ognuno di noi. Non è stata staccata nessuna spina. L’eutanasia non c’entra nulla.
Deve morire perché disabile. Anche in Italia oramai molti commentatori parlano così. non è accettabile: nessuna persona che si batte per i diritti umani può accettare questo principio discriminatorio.Facciamo attenzione. Le battaglie democratiche per i diritti civili dei nostri figli rischiano di scomparire a causa di questo pensiero.
Chiediamo sostegno, non la cinica compassione di chi giudica la nostra vita una vita da poveretti.Molte famiglie in Sardegna hanno figli in condizioni di gravità paragonabili o “peggiori” di quelle di Terri.Ricordiamoci che In Italia sono migliaia di persone, e noi ne siamo testimoni.Cosa facciamo, iniziamo ad eliminare gli anziani soli? I poveri? Gli zingari? I malati di mente? Tutti coloro che riteniamo non possano avere una vita di qualità?
Queste famiglie amano i loro figli disabili gravi come i genitori di Terri amano la propria figlia e ritengono che la disabilità, per quanto grave, non possa mai essere invocata come scusa per spegnere la vita di una persona.
Ritengono che un atto del genere, oltre che essere massimamente discriminatorio sia assimilabile ad un omicidio.Ricordano che con le stesse motivazioni (considerate dai più ragionevoli…) furono eliminati a partire dal 1938 70 mila tedeschi disabili ad opera di Adolf Hitler, con il suo progetto T4. Queste famiglie credono fermamente che la vita dei loro figli, anche nelle condizioni di peggior gravità, abbia un valore assoluto ed insostituibile ed in tale convincimento sono confortate dalle testimonianze dei loro figli stessi.
Queste famiglie ritengono sia loro dovere, al di là delle nostre diverse convenzioni religiose o convinzioni etiche, difendere sempre ed in ogni caso l’esistenza del disabile grave da ogni offesa e dal suo diritto alla vita. Noi vogliamo che Terri Schiavo viva. per quella che è, per la sua incredibile diversità. Che ci appartiene. Che non possiamo e non vogliamo eliminare.

Comunicato stampa del 23 marzo 2005

L'Associazione Bambini Cerebrolesi Federazione Italiana sostiene l’azione dei genitori di Terry Schiavo a favore del diritto alla vita della loro figlia.
L’eutanasia non c’entra niente, come l’ex ministro della Sanità Umberto Veronesi ha ben affermato.
Terry non è in coma. E’ solo una persona profondamente cerebrolesa.
Siamo tutti contro l’accanimento terapeutico, ma non è questo il caso.
Si vuole far morire di fame in maniera atroce una persona, in quanto a priori qualcuno ritiene che la vita di un disabile grave non vale la pena di essere vissuta.
Neanche un animale è trattato così.
L’eutanasia non c’entra nulla.
Terry deve morire perché disabile.
Anche in Italia oramai molte persone parlano così.
Non è accettabile: nessuna persona che si batte per i diritti umani può accettare questo principio discriminatorio.
Facciamo attenzione. Le battaglie democratiche per i diritti civili dei nostri figli rischiano di scomparire a causa di questa ideologia. Chiediamo sostegno, non la cinica compassione di chi giudica la nostra vita una vita da “poveretti”.
Ricordiamoci che in Italia ci sono migliaia di persone in condizioni di gravità paragonabili o “peggiori” di quelle di Terry.
Cosa facciamo, le eliminiamo? E continuiamo poi eliminando gli anziani soli? I poveri? Gli zingari? I malati di mente? Tutti coloro che la “società” ritiene non possano risultare un peso “inutile”?
Siamo veramente convinti che solo chi è “perfetto” secondo i canoni oggi dominanti ha una vita degna di essere vissuta? Siamo convinti che la società può trarre vantaggio dall’eliminazione dei soggetti deboli? O non è piuttosto un’attenzione particolare per questi soggetti la via per un effettivo progresso?
Le famiglie dell’Associazione amano i loro figli disabili gravi come i genitori di Terry amano la propria figlia e ritengono che la disabilità, per quanto grave, non possa mai essere invocata come scusa per spegnere la vita di una persona. Ritengono che un atto del genere, oltre che massimamente discriminatorio, sia assimilabile ad un omicidio.
Queste famiglie credono fermamente che la vita dei loro figli, anche nelle condizioni di peggiore gravità, abbia un valore assoluto ed insostituibile, e in tale convincimento sono confortate dalle quotidiane testimonianze dei loro figli.
Queste famiglie ritengono sia loro diritto e dovere, al di là delle diverse convinzioni religiose o etiche, difendere sempre e in ogni caso il diritto alla vita di ogni persona.
Noi speriamo che Terry Schiavo viva, per quello che è, per la sua diversità, che ci appartiene, che ci arricchisce, e che non possiamo e non vogliamo perdere.

Associazione Bambini Cerebrolesi Federazione Italiana aderiscono alla Federazione le seguenti Associazioni: ABC Campania, ABC Emilia Romagna, ABC Lazio, ABC Liguria, ABC Lombardia, ABC Piemonte, ABC Sardegna, ABC Triveneto

Presidente: Dario Petri
Vicepresidenti: Marco Espa Alessandro Ludi

Comunicato Stampa

Oggetto: Terry Schindler Schiavo

La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) in rappresentanza di circa 30 organizzazioni di persone con disabilità e di loro familiari è fortemente preoccupata per gli accadimenti del caso di Terry Schindler Schiavo. L’uso strumentale del caso di Terry da parte di fazioni “pro life” contrapposte al “pro choice” produce un distacco dalla tragedia umana di Terry Schindler Schiavo e dell’assurda storia giudiziaria che la vede involontaria protagonista.
Il movimento americano delle associazioni dei disabili e dei loro familiari per i diritti (laiche e religiose di ogni confessione), ha diffuso informazioni da cui si evince che Terry non è una donna tenuta in vita in modo artificiale.
E’ una grave cerebrolesa, cosciente e reattiva al di là dei semplici riflessi. Come è stato dimostrato dalla sua abilità di seguire con gli occhi, è in grado di rispondere ai comandi verbali dei medici che l'hanno esaminata nel video pubblicato sul suo sito, e reagire alle persone care. E’ in grado di deglutire la propria saliva e potrebbe potenzialmente essere svezzata dal tubo di alimentazione e recuperare parte del linguaggio, in modo da poter indicare direttamente i propri desideri.
Michael Schiavo, il marito, ha ricordato i presunti desideri di Terry solo dopo che è stato riconosciuto un indennizzo per l'imperizia che le ha causato la disabilità. L'analisi della sentenza dimostra che dei 700 mila dollari (l'indennizzo ottenuto da Michael e destinato all'assistenza sanitaria di Terry), oltre la metà è stato spesa per la sua battaglia legale per ottenere il distacco del tubo di alimentazione. Oltre 200 mila dollari sono stati pagati al suo legale Gorge Felos. Michael Schiavo ha impedito che la moglie usufruisse della logopedia, un tipo comune di riabilitazione a disposizione delle persone con cerebrolesioni.
La strumentalità è ancor più evidente se si pensa che la legge sulla tutela giuridica dei patrimonio che consente questo scempio, è promossa dal Partito Repubblicano in dispregio alla tutela dei diritti fondamentali delle persone come sancito dall’Onu con le Regole Standard per l'eguaglianza di opportunità delle persone handicappate e dal Congresso Usa con l’American Disability Act.
“Il dibattito – afferma Pietro V. Barbieri, Presidente nazionale Fish – rasenta l’assurdità. Oltre a non tenere conto dei fatti, è centrato sulla paura della malattia. Vi sono affermazioni pericolose degne dell’eugenetica come, ad esempio, quelle che pretendono di dare dignità alla vita solo col trittico consapevolezza, coscienza ed autonomia. Secondo costoro, il resto è morte tagliando via con un tratto di penna milioni di persone con grave disabilità cognitiva, intellettiva e relazionale, con esperienza di malattie psichiatriche ecc.”
“Le convinzioni tradizionali sull’incapacità di pensiero e di emozione – continua Barbieri - vengono travolte dalla realtà di persone che superano le basse aspettative relazionali dagli altri riposte su di loro, se viene garantito loro un percorso riabilitativo dignitoso. La convinzione che le persone con disabilità come la Schindler-Schiavo siano "meglio morte" ancora esiste ma è profondamente errata. Mette tutti noi in pericolo.”
“L’appello delle associazioni italiane delle persone con disabilità e dei loro familiari – conclude Barbieri - è in sostegno agli sforzi della famiglia Schindler e del movimento delle associazioni statunitensi, affinché si salvi una vita condannata esclusivamente per il godimento del suo patrimonio senza ulteriori speculazioni di sorta”.

Roma 25 marzo 2005
Il Presidente
Pietro V. Barbieri

Questa primavera mancherà un fiore nei nostri balconi, nei nostri prati, nei nostri giardini.
Il geranio Terri è morto, l'hanno lasciata morire, ma vivrà nei cuori degli uomini di buona volontà, quelli per cui Lui è morto e risorto.
La passione e l'agonia di Terri e Gesù ci diano la forza di combattere, di innaffiare con un sorriso e tanta tenerezza tutti i gerani del mondo.
Il pensiero va alle persone a cui, materialmente o
metaforicamente, ogni giorno viene staccata la spina.

Un abbraccio
M. Alessandra

Claudio Imprudente

...Io mi schiero con i genitori, ma perché penso che nel dubbio, in una storia dai contorni così sfumati, non ci sia la possibilità di prendere decisioni nette, che hanno la conseguenza ineluttabile di una morte, il cessare del respiro, del battito cardiaco e di tutte le funzioni di un corpo, solo perché il cervello è stato danneggiato gravemente, come se il cervello “normodotato” fosse tutto, fosse la sede del valore di una persona, come se un essere umano fosse identificato solo con la sua coscienza-consapevole e non anche con la sua corporeità, con la sua pelle che sente, con i suoi muscoli anche involontari che si muovono.
A questo proposito ritengo anche che la nozione di “accanimento terapeutico” sia inapplicabile al caso di Terri. Infatti, se intendiamo per accanimento terapeutico tutti quei trattamenti medici che non producono in alcun modo miglioramenti nel paziente o, peggio, potrebbero arrecargli ulteriore sofferenza, come si può paragonare la sommistrazione di acqua e cibo, indispensabili alla vita di ognuno, alla mera somministrazione di un farmaco? Siamo forse tutti sottoposti a trattamento ogni volta che mangiamo o beviamo qualcosa nella vita di tutti i giorni? Ovviamente la risposta è no. E questo vale anche per Terri.
Nutrire e nutrirsi è un’esigenza vitale per tutti non riconducibile a nessun tipo di trattamento. Per questo ritengo naturale ed umano il desiderio dei genitori di Terri a non veder staccato quel tubicino che nutre la loro figlia.
E questo desiderio andrebbe rispettato anche da chi è favorevole all’eutanasia perché un conto è la “dolce morte” procurata tramite iniezione, un conto è far morire di fame e di sete una piccola pianta. Questo è innaturale e inumano.

Ma c’è dell’altro: lo scontro dei poteri evocato da questa vicenda molto umana e dolorosa rischia di fuorviare, di farci perdere la bussola. Trovi ad esempio un presidente americano, che ha scatenato una guerra, da sempre per la pena di morte, abituato quindi a staccare la spina e senza tanti complimenti, che si schiera per Terri assieme ai molti fondamentalisti che l'hanno votato e che attraverso questo caso si sono fatti avanti come i paladini della vita, cercando di acquisire credibilità. Dall'altra c'è probabilmente la seconda faccia della medaglia, quella mentalità statunitense che non è abituata anch'essa ai dubbi, alla fatica del dialogo, e che vede in quella di Terri una non-vita perché non segue gli standard di qualità. Mi sembra giusto non lasciarsi fuorviare da queste prese di posizione, per tornare ad un punto di vista che ha il coraggio del dubbio, del dialogo, della riflessione e che nel frattempo dia il tempo a Terri di continuare la sua storia, di continuare ad urlare con le sue miliardi di cellule. Chiediamoci anche: dov'è Terri in questo momento? Dove si trovi una persona abbandonata dalla sua coscienza-consaspevole è un mistero: ma è lo stesso senso di mistero che provo quando mi chiedo: dove sono io adesso?

Oppure anche: dov'è Bush adesso? In quale mondo vive? E' questa la qualità della vita? Qual è il valore di una vita? E una vita può avere più valore di un'altra? Perché il Potere si sente in diritto di difendere (Bush) o annientare (il giudice) una vita? Il Potere cerca sempre di autoaffermarsi, il Potere vuole potere di più, vuole non essere messo in discussione:

l'anello del potere del Signore degli Anelli fa scomparire, rende invisibili, permette di togliersi dal controllo ma rende anche schiavi delle proprie convinzioni, delle proprie idee. Questa violenza del Potere, del controllo che non vuole essere controllato, della giustizia che è serva solo della legge, e non degli esseri umani che l'hanno creata: in una parola questa assenza di valore è messa in crisi proprio dalla presenza di Terri Schiavo, da lei che è l'immagine del mistero che si fa carne ed abita in mezzo a noi.

Firmato: il geranio Claudio Imprudente

http://www.terrisfight.org/

 

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