La Regione stanzia altri 14 milioni di euro per i piani personalizzati della 162 in corso. Un risultato concreto, anche se parziale, dell’impegno e della mobilitazione per i diritti delle famiglie e persone con disabilità della Sardegna! Venerdì 5 marzo il Consiglio regionale ha approvato una legge per il finanziamento di ulteriori fondi per i piani personalizzati 162 delle persone con disabilità: la Regione stanzia così altri 14 milioni di euro per i piani personalizzati della 162.
Il Comunicato dell’Assessore Liori recita “Ora, con la legge approvata reintegriamo di 1.000 euro i piani per i disabili maggiormente bisognosi di assistenza e di 650 euro quelli di fascia intermedia. Per le domande che non rientrano nelle fasce previste dalla legge, lasciamo ai Comuni la possibilità di intervenire, perché riteniamo giusto chiamarli a partecipare alla spesa. Finora, lo sforzo della Regione è stato massimo". leggi qui
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Riconosciamo certamente questo primo passo e impegno della Regione, un segnale di apertura anche quale risposta alle nostre battaglie e richieste, per la pressione dal basso esercitata in molteplici forme, dai documenti ai comunicati e articoli sulla stampa, su radio, tv e sul web, ma la nostra soddisfazione è parziale in quanto come Comitato delle famiglie abbiamo da subito dichiarato la nostra contrarietà ai tagli rispetto alla presa in carico delle istituzioni delle persone non autosufficienti e abbiamo chiesto fortemente il completo reintegro dei fondi, i 28 milioni di euro, per rispettare il diritto di tutte le 28 mila persone.
L’opposizione in Consiglio regionale, con un emendamento di Marco Espa, Mario Bruno e più – purtroppo non approvato - aveva proposto di reintegrare per quest'anno tutti i fondi chiedendo di “utilizzare quelli previsti per gli acquisti dei nuovi uffici della regione, da rinviare al prossimo anno” dimostrando che le risorse ci sarebbero state. I Consiglieri del centrosinistra affermano che questa mobilitazione, merito delle battaglie e dell'impegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie in situazione di gravità, con decine di enti locali che hanno approvato atti di protesta contro i tagli, ha condotto a questo primo importante risultato. È stato così salvaguardato il livello di assistenza sociale raggiunto in questi anni, dal 2001 ad oggi frutto di una battaglia di emancipazione dei diritti condotta dal basso, dalle famiglie che, anche in situazione di gravità estrema, vogliono prendersi cura dei loro cari in famiglia, rifiutando ogni logica di istituzionalizzazione.
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Noi riteniamo che la Regione nelle sue scelte abbia usato la categoria della prudenza politica e di ragionamenti economici quando adduce la necessità del contenimento di finanziamenti e non abbia avuto invece la capacità di valutare la virtuosità di un intero sistema e modello sociale - ed anche economico avanzato - che va realizzandosi nella nostra regione, di inclusione sociale delle persone con handicap grave e gravissimo, dove la persona portatrice di diritti umani è realmente centrale, protagonista e, contemporaneamente, muove gli interessi del bene comune in quanto è in relazione, nel proprio territorio e comunità, in alternativa invece ad altri sistemi e d interessi, legati ad una visione assistenzialistica e segregante.di inclusione sociale delle persone con handicap grave e gravissimo, dove la persona portatrice di diritti umani (sancita dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità leggi qui e dalla legge dello Stato Italiano L. n. 18 del marzo 2009 leggi qui)
E dunque, alle nostre associazioni di famiglie che si prendono volentieri “carico e cura” dei loro figli e familiari, che cercano di dare loro tutti i giorni il massimo della qualità di vita possibile e chiedono diritti e sostegni al progetto di vita inclusivo per i loro figli e per tutte le persone con disabilità, preoccupano fortemente concetti espressi in consiglio regionale: ad esempio alcuni consiglieri dichiarano che le famiglie sfruttano la disabilità dei loro cari o che persone ed economie familiari vi ruotano intorno e, secondo loro e che questo è da terzo mondo; ciò dimostra che non si conosce il metodo e l’applicazione della 162 in Sardegna, né le nostre migliaia di realtà di vita e sociali, certo durissime, ma allo stesso tempo “normali”, positive: noi vediamo e dimostriamo infatti che se la famiglia è sostenuta con leggi e servizi scelti, personalizzati e coprogettati con il Comune, come la 162 e l’assistenza domiciliare capillare anche per gli anziani, allora si fa carico anche delle situazioni più difficili: il modello che funziona e che auspichiamo è inclusivo per i nostri figli e tutte le persone con disabilità con vantaggi sociali (e economici) per tutta la comunità.
Certo, siamo coscienti di forme di abuso: abbiamo da anni chiesto i controlli alla Regione, anche sul rilascio delle certificazione di handicap grave, e dunque approviamo che la legge abbia deciso di realizzare le verifiche puntuali e a campione: le famiglie e le loro associazioni sono fortemente a favore dei controlli, non avendo nulla da nascondere nei loro progetti in attuazione e anzi auspicano che le istituzioni conoscano e quasi tocchino con mano le situazioni della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, perché sosteniamo e chiediamo servizi di qualità per i nostri figli.
Abbiamo anche ribadito recentemente al Direttore delle Politiche sociali, la volontà di collaborare con l’assessorato per il miglioramento della attuazione della L162, al fine di far capire – dall’esperienza e competenza imprescindibile come familiari - l'importanza del sostegno offerto dalla 162 stessa per la qualità della vita dei nostri figli e tutte le persone con disabilità grave e gravissima, così da rafforzare questa buona prassi sociale che secondo noi la Regione deve continuare a promuovere, sostenere e per la quale deve investire risorse. (il documento consegnato al Direttore delle Politiche Sociali Roberto Abis vedi sotto)
Leggi il Documento del Comitato sulla 162
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Iniziative sulla legge 162 nella Provincia del Medio Campidano a Serrenti
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[05 marzo 2010]
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