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Lotta contro una tetraparesi spastica ma va avanti a grandi falcate negli studi
Il ragazzo, 22 anni, può esprimersi solo attraverso una lavagnetta ma si fa capire, tanto che sul libretto può vantare le prove superate nella facoltà di Filosofia.
Articolo del quotidiano "Il Sardegna" del 3 dicembre 2006:
Parla con gli occhi. Indicando le lettere dell'alfabeto su una lavagnetta. Così è riuscito, in un solo anno, a dare otto esami all'università. Un risultato che, forse, non viene raggiunto dalla maggior parte dei suoi colleghi cosiddetti "normali".
Paolo Puddu vive con una tetraparesi spastica: il suo pensiero lo esprime con gli occhi. La sua vittoria è resa ancora più grande dall'aver superato lo scoglio della malattia. Per vivere una vita come tutti gli altri.
Oggi, il giovane di 21 anni, è iscritto al secondo anno della facoltà di Lettere.
Un traguardo raggiunto anche grazie all'amore della sua famiglia, come spiega il padre Enrico: "Abbiamo sempre cercato di instaurare un rapporto di collaborazione con le istituzioni scolastiche, fin dalla materna". Anche se, ovvio, i problemi non sono mancati. "Le difficoltà maggiori", il padre, "sono le barriere mentali e architettoniche verso i ragazzi che non si presentano come i cosiddetti normali, come chi sta su una sedia a rotelle o non riesce a comunicare come gli altri. Si crede che non capiscano, che non pensino o che non abbiano sentimenti come tutti. Invece non è così".
E mentre il padre parla, il giovane Paolo attira l'attenzione della mamma. Perché ha qualcosa da dire. Con gli occhi indica le lettere sulla sua lavagnetta. E saluta: "Ciao. Buon Giorno". Perché la diversità dei diversamente abili non è nient'altro che una visione superficiale di chi non vuole andare oltre le apparenze.
E Paolo, con la sua famiglia, lo ha dimostrato. Perché, quello che serve, è stato ribadito anche ieri mattina, durante la seconda conferenza nazionale delle famiglie famiglie e persone con disabilità, è una rete di sostegno.
"Sappiamo", ha confermato Marco Espa, presidente dell'Abc Sardegna che ha organizzato l'incontro, "quanto possa essere dura la vita quotidiana, e quanto una rete di sostegno possa influenzare la vita delle persone. Nessun intervento deve essere
fatto per noi senza la nostra partecipazione". Ancora, ha proseguito: "Siamo contrari alla logica dell'assistenzialismo. Ora sono stati stanziati in Sardegna 36 milioni per i progetti personalizzati per le famiglie con persone affette da disabilità".
Una cifra riconfermata dall'assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin. Che ha precisato: Sono, in attuazione della legge 162, per il supporto delle persone affette da disabilità gravi. Per permettergli di stare in famiglia, servono per l'assistenza nella loro quotidianità".
La cifra è cresciuta negli anni: nel 2000 ammontava a circa 1 milione e 300mila euro, con soli 123 piani finanziati. Oggi, con circa 12mila persone con disabilità, sono stati finanziati oltre 8mila piani.
Alessandra Loche
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