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Comunica indicando le lettere con gli occhi: laurea a 27 anni «G-r-a-z-i-e».
Gli occhi di Paolo corrono sulla tavoletta trasparente, cercano la giusta combinazione di lettere per esprimere la prima emozione da laureato.
«Centodieci e lode», dicono i professori, giusto un secondo prima di essere coperti dagli applausi. Sarebbero vietati, subito dopo la discussione della tesi, ma stavolta si fa un'eccezione perché eccezionale è lo studente che ha appena concluso il corso di studi: Paolo Puddu convive dalla nascita con una tetraparesi spastica, si muove su una sedia a rotelle e comunica solo con lo sguardo, oltre il sorriso.
LA LAUREA A ventisette anni è diventato «operatore culturale per il turismo», uno dei rami della facoltà di Lettere dove ieri, insieme alla famiglia e agli amici dell'associazione Abc Sardegna, ha coronato il suo sogno. Il percorso non è stato semplice: «Molti consigliavano a Paolo un tipo di studi differente», racconta il padre Enrico, medico al Binaghi, emozionato «più del giorno della mia laurea». Fin dalle scuole primarie, i professori consigliavano «di seguire un programma diverso da quello ministeriale, perché non ritenevano mio figlio in grado di seguire le materie e gli argomenti studiati da tutti gli altri ragazzi. Invece alla fine si è diplomato con un programma ministeriale», dice con orgoglio all'ingresso dell'aula magna del polo universitario di Sa Duchessa. Qui Paolo ha sostenuto trentasei esami, «con una media superiore al ventotto», spiegano i genitori, in un periodo di tempo perfettamente in linea con i ritmi degli studenti dell'ateneo cagliaritano.
LA MAMMA «Lui è un campione, è bravissimo, ha una grande fiducia nelle sue possibilità ed è per questo che è riuscito a laurearsi», dice la madre, farmacista della Asl, occhi lucidi e carichi di gioia.
GLI STUDI La tesi presentata con la voce di Simona Putzu, al suo fianco di fronte alla commissione di laurea, ha analizzato il tema del “trasporto aereo e disabilità”, che Paolo conosce bene: «Negli ultimi anni i problemi si sono moltiplicati, purtroppo le compagnie aeree non seguono regole omogenee e a volte vengono richiesti certificati medici per avere assistenza durante il volo», spiega il padre.
LA DISCUSSIONE «Ho scelto questa tesi perché ritengo importante il tema della disabilità nel settore dei trasporti aerei e mi auguro che in futuro si possa trovare un sistema che consenta alle persone di viaggiare in maniera sempre più semplice», ha detto Paolo Puddu ai professori alla fine della discussione.
L'ASSOCIAZIONE «Tutto il percorso scolastico e universitario di Paolo è un esempio virtuoso di come, se i progetti vengono adeguatamente sostenuti, si possano ottenere risultati strepitosi e si possa migliorare il benessere delle persone e della società», spiegano dall'associazione Abc Sardegna. «Paolo ha un'assistenza personalizzata, degli educatori che lo aiutano nella comunicazione e nella sua autonomia personale, permettendogli di frequentare le lezioni all'università, di studiare e di prepararsi e di sostenere gli esami. Insomma, di vivere una vita indipendente. Questo anche grazie alla legge 162, il piano basato su un intervento cooprogettato e personalizzato, legge che è diventata il “modello Sardegna”, invidiato in tutta Italia». Ecco perché la laurea di Paolo diventa un'occasione per ricordare: «Rischiare di perdere questi servizi significherebbe rischiare che tanti non riescano più a vivere la loro vita dignitosamente. La battaglia di Salvatore Usala fa capire quanto sia importante lottare per non fare passi indietro e per non perdere i diritti così faticosamente ottenuti».
LA TENACIA Paolo comunque ci ha messo del suo: «Ha una memoria di ferro, è formidabile. Legge qualsiasi cosa e la ricorda perfettamente», spiega Enrico Puddu. E poi a ventisette anni la forza di volontà è determinante. «Anche avere una famiglia che ti sostiene lo è. Ci siamo noi genitori, c'è la sorella Elena, ci sono gli amici dell'associazione», dice mentre gli occhi di Paolo volano di nuovo sulla tavoletta trasparente, cercano le lettere giuste per esprimere la propria emozione.«Oggi è il giorno più bello della mia vita».Michele Ruffi
28 novembre 2012
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