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Tagli all'assistenza di 29mila disabili - Oggi sull'Unione Sarda

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Cronaca Regionale
Lo spiraglio in commissione Sanità in Consiglio: «Riduzione dei fondi da evitare»
Tagli all'assistenza per i disabili «Colpite 29mila famiglie sarde»
Un taglio di 4,7 milioni di euro, contenuto in una delibera, toglie i fondi alla Legge 162, quella per il sostegno alle disabilità gravi. Numeri, calcoli e documenti che influiscono sulla vita di persone che stanno male e delle famiglie che le assistono.
Eppure se si calcola la somma che viene tolta singolarmente a ogni piano personalizzato, potrebbe sembrare anche una questione da poco: si va da un minimo di 75 euro a un massimo di 250 euro a piano. Ma è un principio, quello che motiva la lotta del Comitato Famiglie 162: non si possono togliere opportunità e sostegno ai disabili. Così, dopo l'approvazione della delibera, il Comitato è in fermento e davanti alla commissione Sanità del Consiglio regionale ha spiegato che «i fondi per evitare i tagli si possono trovare: ci sono e fanno parte delle economie del primo semestre del 2015».
TAGLI Va subito sottolineato che i beneficiari della Legge 162 non ricevono soldi. I fondi vanno ai Comuni che erogano ore di sostegno, tradotte in attività quotidiane come «assistenza, percorsi educativi e di socializzazione e attività sportive, per 38mila piani», spiega Francesca Palmas, portavoce del Comitato. «Con la delibera approvata il 30 giugno scorso, la Giunta ha previsto riduzioni per i casi con un punteggio di gravità inferiore ai 70 punti. Verranno colpiti 29mila piani di cui 2.414 riguardano minori da 0 a 18 anni».
Sul banco ci sono 104 milioni di euro più altri 13,3 di economie fatte dai Comuni nel 2014 per rinunce o decessi. Sono necessari 121 milioni per finanziare tutti i Piani e all'appello ne mancano 4,7 che «potrebbero essere recuperati dalle economie del semestre 2015», sottolinea Francesca Palmas. Sembra un paradosso ma «tecnicamente quei fondi si possono utilizzare perché sono vincolati» dice la portavoce, «ci saranno secondo una stima superficiale almeno 6 milioni di euro».
LE TESTIMONIANZE Superata la parte burocratica ci sono le parole di chi ogni giorno dedica la propria vita a qualcuno: «Ho due figli autistici», racconta Veronica Asara, rappresentante di Sensibilmente Onlus di Olbia, «il programma del piccolo di 8 anni subirà un taglio di 250 euro su 4.500 euro, che corrisponde a un mese di percorso. Per lui e per noi potrebbe comportare la perdita di tanti progressi conquistati con fatica».
A pagare le conseguenze potrebbero essere soprattutto i più piccoli: «Molti sono affetti da autismo e sindrome di Down e per loro la garanzia dei piani significa migliorare l'aspetto cognitivo, relazionale e dell'autonomia, quindi l'inclusione sociale», dice Francesca Palmas
L'ASSESSORE Davanti alla commissione ha parlato anche l'assessore regionale della Sanità, Luigi Arru ribadendo che «non c'è nessuna volontà di creare danno a persone già sofferenti e alle loro famiglie». I dati forniti da Arru evidenziano che i due terzi dei piani riguardano anziani con un basso reddito e con un basso punteggio di disabilità. Per questo motivo «è necessario riorganizzare il welfare regionale perché, secondo i dati dell'assessorato, si sta usando la 162 per sopperire ad altri tipi di esigenza sociale».
LA COMMISSIONE Unanime il parere della commissione sulla necessità di non toccare i fondi per i Piani della 162. Obiettivo: aiutare l'assessore a trovare i 4,7 milioni di euro. Adesso la partita si gioca sui numeri, sulle carte e sui documenti ma ad aspettare sono sempre loro: persone che stanno male e le famiglie che le assistono.
di Matteo Sau

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Leggi di seguito l'articolo pubblicato su l portale nazionale Superando.it

Tutti sembrano d’accordo: quei piani non si possono tagliare
Il Comitato dei Familiari per l’Attuazione della Legge 162/98 in Sardegna dichiara che i fondi arriveranno dalle economie attuate dai Comuni; la Commissione Sanità della Regione sottolinea che «quei piani non possono essere tagliati»; l’Assessore alla Salute, infine, non vuole in alcun modo «creare danno a persone già sofferenti e alle loro famiglie». Come andrà dunque a finire, nell’Isola, la vicenda dei prospettati tagli a migliaia di piani personalizzati delle persone con disabilità grave?

Mappa della Sardegna con le Province e a fianco loghi di alcune forme di disabilità

«Ci saranno almeno 6 milioni di economie che i Comuni dovranno comunicare all’Assessorato Regionale entro il 10 settembre, tali da coprire i circa 3 milioni di euro previsti dai tagli»: questo hanno sottolineato con forza gli esponenti del Comitato dei Familiari per l’Attuazione della Legge 162/98 in Sardegna, ricevuti in audizione dalla VI Commissione Sanità della Regione, contestando anche nelle cifre – oltreché nel merito del provvedimento – i prospettati tagli per quasi 30.000 piani personalizzati derivanti dalla Legge 162/98 (Delibera di Giunta Regionale 33/11 del 30 giugno scorso), ciò di cui avevamo riferito nei giorni scorsi. «Si tratta – avevano sottolineato dal Comitato – di un fatto mai accaduto con nessuna Giunta regionale precedente, di un gravissimo errore, non per la quantità stessa dei tagli, ma per il brutto segnale che arriva, tenendo conto tra l’altro del fatto che più di 2.400 bambini e minori con disabilità gravi (autismo, sindrome di Down, disabilità intellettiva, tetraparesi spastica, distrofia muscolare) si vedranno tagliare il proprio progetto».
Tali concetti sono stati ribaditi in audizione presso la Commissione Sanità da Francesca Palmas, che in rappresentanza del Comitato ha parlato di «tagli che pur sembrando esigui (vanno da 75 a 250 euro in sei mesi a persona) riguardano circa 29.000 piani di cui 2.414 di minorenni da zero a 18 anni, persone con sindrome di Down o affette da patologie gravi come l’autismo. E ben sappiamo che i programmi personalizzati per i bambini, in particolare, possono portare a importanti risultati per quanto riguarda l’aspetto cognitivo, relazionale e dell’autonomia e quindi dell’inclusione sociale».

Ricevuto a propria volta in audizione, l’assessore regionale alla Salute Luigi Benedetto Arru, secondo quanto riferisce una nota diffusa dal Consiglio Regionale, ha dichiarato «che non c’è alcuna volontà di creare danno a persone già sofferenti e alle loro famiglie», dando la propria disponibilità a verificare ed eventualmente rivedere le posizioni dei minori. Ha ribadito però che «questo piccolo taglio» è dovuto «alla mancanza di fondi».
Più in generale, l’Assessore ha sottolineato la necessità di «rivedere nella sua interezza il welfare regionale, per impostare politiche sociali e sanitarie mirate a tutte le necessità». «Secondo i nostri dati – ha affermato poi – si sta usando la Legge 162/98 per sopperire ad altri tipi di esigenza sociale, anche se assolutamente da tenere in massima considerazione. Su questo aspetto è necessario un ragionamento complessivo».

In conclusione, la Commissione tutta – maggioranza e opposizione – ha concluso che «i piani della Legge 162 non possono essere tagliati» e che si dovrà aiutare l’Assessorato «a trovare i fondi mancanti, per concludere i piani del 2015, per poi partire con la nuova programmazione».
Dal canto suo, il Comitato dei Familiari continua la propria mobilitazione – altre riunioni sono in programma nei prossimi giorni – restando altresì in attesa di ulteriori convocazioni da parte delle Istituzioni Regionali. (S.B.)

12 luglio 2015


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